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Les Étoiles, il gala di danza più stellare della capitale, è giunto alla sua sesta edizione romana (nove complessive se si contano anche quelle precedenti di Venezia, Cagliari e Ravenna).

L’evento a cura di Daniele Cipriani si è svolto lo scorso 24, 25 e 26 gennaio presso la sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.

Il volantino dell’evento

A quasi un mese di distanza ancora non riesco a smettere di pensare ai livelli di bellezza, arte, tecnica a cui ho assistito. Ormai fedele affezionata sin dalla prima edizione (vi ho raccontato di alcune passate edizioni QUI e QUI), descrivo spesso agli amici Daniele Cipriani come la perfetta fusione tra Diaghilev (l’impresario fondatore dei Balletti Russi) e Babbo Natale.

A inizio anno ci porta in dono le stelle più luminose del firmamento della danza, dandoci così l’opportunità di veder ballare dal vivo artisti che – per motivi geografici e di portafoglio – sarebbero effettivamente difficili da raggiungere.

Il ventaglio degli artisti ospiti cresce ad ogni edizione e, oltre ai nomi altisonanti e già amati, ogni anno Daniele Cipriani porta al pubblico italiano artisti meno conosciuti, ma che fanno breccia nel cuore del pubblico già al primo otto. Grazie a Les Étoiles, per esempio, ho conosciuto Sergio Bernal – principal del Balletto Nazionale di Spagna – nel 2018 e da allora non mi perdo una sua tappa in Italia.

Quest’anno gli artisti presenti erano ben 16:

  • Stella Abrera, principal dell’American Ballet Theatre (New York)
  • Elisa Badenes, principal dello Stuttgart Ballet (Stoccarda)
  • Sergio Bernal, principal del Balletto Nazionale di Spagna
  • Young Gyu Choi, principal del Dutch National Ballet (Amsterdam)
  • Aurélie Dupont, former étoile dell’Opéra Ballet di Parigi
  • Robert Fairchild, former principal del New York City Ballet
  • Oleg Ivenko, principal della Compagnia di Stato di Opera e Balletto di Kazan
  • Miriam Mendoza, soloist del Balletto Nazionale di Spagna
  • Vadim Muntagirov, principal del Royal Ballet (Londra)
  • Marianela Nuñez, principal del Royal Ballet (Londra)
  • Yanela Piñera, principal del Queensland Ballet (Brisbane); former principal del Balletto Nazionale di Cuba
  • Denis Rodkin, principal del Bolshoi Ballet (Mosca)
  • Eleonora Sevenard, soloist del Bolshoi Ballet (Mosca)
  • Luis Valle, principal dell’Opéra di Nizza; former principal del Balletto Nazionale di Cuba
  • Friedemann Vogel, principal dello Stuttgart Ballet (Stoccarda)
  • Ana Sophia Scheller, principal del Balletto Nazionale di Ucraina; former principal del San Francisco Ballet e del New York Ballet

La bellezza di Les Étoiles è che offre un programma vario: dai classiconi del repertorio firmati Petipa al flamenco, passando per Balanchine, Martha Graham e il musical.

Marianela Nuñez, simbolo indiscusso del gala, insieme con Vadim Muntagirov – in arte Vadream per la sua bravura sia come solista che come porter – hanno portato in scena il pas de deaux del III Atto da La Bella Addormentata e quello del III Atto da La Bayadère. Due esecuzioni perfette e delicate, che non hanno oscurato il lavoro degli altri ospiti.

Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov in La Bella Addormentata

L’atteso Denis Rodkin, accompagnato dalla compagna di vita e di lavoro – Eleonora Sevenard – hanno mostrato tutta la tecnica russa nel pas de deux da Spartacus e in quello del Cigno Nero da Il Lago dei Cigni.

Eleonora Sevenard e Denis Rodkin in Spartacus

L’America e la sua storia della danza sono state portate in scena da Stella Abrera e Robbie Fairchild con il passo a due dall’Apollo di Balanchine e con la meravigliosa coreografia di Christopher Wheeldon per la nuova versione teatrale del musical Un Americano a Parigi.

Stella Abrera e Robert Fairchild in Un Americano a Parigi

Oleg Ivenko – oltre al delizioso pas de deux da Harlequinade in coppia con Ana Sophia Scheller – ha aperto la serata accompagnato da una clip da The White Crow, il biopic su Rudolf Nureyev in cui il famosissimo ballerino era interpretato proprio da Ivenko. Terminata la clip Ivenko è esploso nell’assolo dal balletto Gayane, un assolo di carattere ispirato al folclore armeno nonché uno dei primi cavalli di battaglia di Nureyev stesso.

Ana Sophia Scheller e Oleg Ivenko in Harlequinade

Lo stile e la dirompenza cubani sono stati rappresentati da Yanela Piñera e Luis Valle prima nel quasi acrobatico passo a due Spring Waters di Asaf Messerer e poi nel passo a due dal III Atto del Don Chisciotte.

Yanela Piñera e Luis Valle in Don Chisciotte

Momenti toccanti della serata dovuti all’arte di Aurélie Dupont che, prima con Stars – coreografia di Alan Lucien Oyen e presentata in Prima Italiana nella serata di sabato 25 gennaio – e poi con Ekstasis di Martha Graham (re-immaginata da Virginie Mécène), ha fatto calare il silenzio assoluto tra le migliaia di persone presenti catturando l’attenzione generale.

Aurélie Dupont in Stars

Attesissimo il ritorno dello spagnolo Sergio Bernal, amatissimo dal pubblico romano sin dalla sua prima apparizione in Les Étoiles nel 2018. Fusione perfetta di tecnica classica e energia da flamenco, Bernal ha calcato il palcoscenico accompagnato da Miriam Mendoza in The Last Encounter, passo a due di Ricardo Cue che porta in scena il tormentato ultimo incontro di due amanti, prima di separarsi per sempre. Lo stile elegante (anche negli abiti: lei in lungo nero, lui in frac) e le linee classiche dei movimenti si susseguono alla passione e al dinamismo del flamenco.

Miriam Mendoza e Sergio Bernal in The Last Encounter

Bernal si è poi esibito nell’assolo Zapateado, prima assoluta creata dal ballerino stesso per Les Étoiles: neanche a dirlo, il pubblico è andato in visibilio.

Sergio Bernal in Zapateado

Altri artisti che hanno incendiato la platea sono stati la coppia formata da Friedemann Vogel e Elisa Badenes: prima con il difficilissimo quanto magnetico Mono Lisa di Itzik Galili – un trionfo di linee e flessibilità al limite dell’atletismo – poi con il romantico Legende di John Cranko.

Elisa Badenes e Friedemann Vogel in Legende

Tantissimi applausi anche per l’elevazione, la leggerezza, i giri mozzafiato di Young Gyu Choi sia nel passo a due dal II Atto di Le Corsaire (in coppia con la già citata Ana Sophia Scheller) sia per l’assolo dell’Idolo d’oro da La Bayadère.

Ana Sophia Scheller e Young Gyu Choi in Le Corsaire

Come se questo ricco programma non fosse già abbastanza, l’evento è stato impreziosito dai costumi realizzati appositamente per Les Étoiles da Roberto Capucci, icona mondiale dell’alta moda considerata a livello internazionale come uno dei più grandi designer del XX secolo (Christian Dior lo definì il miglior creatore della moda italiana).

Il costume di Roberto Capucci per L’idolo d’oro, indossato da Young Gyu Choi

E come Diaghilev faceva vestire i suoi ballerini da Coco Chanel, così Daniele Cipriani fa vestire per l’occasione Sergio Bernal (il costume per Zapateado) e Young Gyu Choi (il costume per L’idolo d’oro) da Roberto Capucci, continuando quel perfetto connubio tra danza e moda.

Il costume di Roberto Capucci per Zapateado, indossato da Sergio Bernal

Dopo uno spettacolo del genere non resta che dire: arrivederci al prossimo anno!

Foto: Ripari Young Group (profilo Fb ufficiale)

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Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

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