The Cellist_blog banner

Quarto appuntamento con le dirette del Royal Ballet nei cinema di tutto il globo: martedì 25 febbraio è stata la volta di un doppio appuntamento con Dancers at a Gathering e The Cellist.

Dancers at a Gathering è un balletto in un atto coreografato nel 1969 da Jerome Robbins su varie musiche di Chopin (valzer, mazurke, studi, un notturno e uno scherzo) e senza un vero e proprio intreccio narrativo.

Cinque ballerine e cinque ballerini sono accompagnati per tutta la durata del balletto solo dalla musica di un pianoforte, i loro movimenti e la musica si combinano alla perfezione. La volontà di Robbins stesso era quella di lasciare che ogni spettatore si immedesimasse personalmente nel balletto, leggendovi tutto ciò che la danza gli suggerisce.

I dieci interpreti

Il balletto inizia con un assolo maschile dal ritmo lento e di stampo accademico, seguono passi a due, a tre, valzer, crescendo turbinosi ed allegri con tutti i danzatori che riempiono lo spazio scenico e con le ballerine che, letteralmente, si lanciano tra le braccia dei ballerini. Proprio al culmine del crescendo il ritmo rallenta nuovamente, con quello che forse è il pas de deux più iconico dell’intera piece. Un passo a due delicato e romantico, così intimo che a volte lo spettatore si sente quasi di troppo. Ma il crescendo ricomincia e di nuovo il palco si riempie di ballerini: la vita continua. Ancora una volta la frenesia lascia il posto a un momento intimistico e riflessivo, con i ballerini praticamente fermi in scena che guardano al pubblico e si lasciano invadere dalla musica.

Romanticismo, amicizia, amore, humor. Il perfetto connubio tra musica e coreografia rende Dancers at a Gathering unico nel suo genere: poesia in movimento.

Federico Bonelli e Marianela Nuñez

I perfetti interpreti della serata del 25 febbraio sono stati: Marianela Nuñez (Pink), Francesca Hayward (Mauve), Yasmine Naghdi (Apricot), Laura Morera (Green), Fumi Kaneko (Blue), Alexander Campbell (Brown), Federico Bonelli (Purple), William Bracewell (Green), Luca Acri (Brick), Valentino Zucchetti (Blue). Menzione d’onore al pianista della serata: Robert Clark.

La seconda parte della serata ha visto la prima mondiale di The Cellist, il nuovo lavoro di Cathy Marston commissionato da Kevin O’Hare per il Royal Ballet.

Il balletto racconta la storia della violoncellista britannica Jacqueline du Pré, nota a livello mondiale come una delle più grandi virtuose del suo strumento. La sua talentuosa e brillante carriera fu bruscamente interrotta all’apice della gloria quando, a soli 28 anni, le fu diagnosticata una violenta forma di sclerosi multipla che ben presto le impedì di continuare a suonare e che la portò prematuramente alla morte all’età di 42 anni.

Marcelino Sambé (lo strumento) e Lauren Cuthbertson (la violoncellista)

The Cellist ha come protagonista non solo la violoncellista, ma lo strumento stesso, che vive con e attraverso di lei. Ed è proprio lo strumento a raccontarci la storia. Abbandonato dalla sua musicista esso giace a terra, muto e in ombra. Il suono delle registrazioni di passate e gloriose esibizioni lo risveglia ed è qui che la storia inizia, come in un ricordo.

Marcelino Sambé è il Violoncello

Entra in scena una piccola e vivace Jacqueline che, tramite l’ascolto di alcuni dischi, scopre la magia del violoncello. È amore alla prima nota. La premurosa (a volte anche troppo) madre inizia ad insegnarle le basi ma, capiti ben presto il talento e il potenziale della figlia, la affida giovanissima a esperti insegnati.

Jacqueline fiorisce radiosamente così come la sua arte e il suo talento per il violoncello, che diventa come un’estensione della sua anima. Durante un concerto incontra un direttore d’orchestra (ossia Daniel Barenboim) che diventa compagno per la vita: il loro amore cresce al pari della loro arte e la loro fama. Sembra una favola. Quando Jacqueline comincia ad accusare sempre più stanchezza, non riuscendo a tenere il passo delle frenetiche tournée di Daniel.

Matthew Ball (il direttore d’orchestra), Lauren Cuthbertson e Marcelino Sambé

La violoncellista perde sempre più vigore, la coppia entra in crisi. Lei è costretta a malincuore ad allontanarsi dal violoncello, nonostante lotti tra amore e disperazione per tenerlo con sé, ma la stanchezza aumenta e Jacqueline diventa sempre più impotente.

Arrivata la nefasta notizia della malattia Jacqueline non si arrende e continuare a lottare. Lo strumento diventa la sua armatura e il suo bastone, ma la malattia ha la meglio. Impossibilitata persino a impugnare la bacchetta, la violoncellista ripone lo strumento. Ed è come se insieme al suo strumento musicale le venissero tolte la voce e un pezzo di anima. Jacqueline giace in silenzio. Lo strumento è muto come lei. Ma la loro voce continua a risuonare attraverso quelle gloriose registrazioni che ancora oggi ispirano e commuovono gli ascoltatori: Jacqueline e il suo violoncello sono diventati immortali.

Uno dei momenti più strazianti del balletto: la violoncellista capisce che qualcosa non va in lei e le impedisce di suonare

Un turbinio di emozioni, una vita vissuta al massimo tra grandi gioie e immensi dolori. Un amore infinito per l’arte. Tutto questo traspare in The Cellist dove qualsiasi cosa viene narrata attraverso la danza: danzano non solo la violoncellista e il direttore d’orchestra, ma anche il violoncello e tutti gli strumenti d’orchestra.

O body swayed to music/ O brightening glance/ How can we know the dancer from the dance?

O corpo governato dalla muscia / O sguardo fulgido/ Come possiamo distinguere il ballerino dalla danza?

William Butler Yeats

The Cellist è un continuo passo a due tra Jacqueline (interpretata da Lauren Cuthbertson) e il suo violoncello (Marcelino Sambé). I passi a due diventano passi a tre quando entra nella narrazione anche il direttore d’orchestra (Matthew Ball).

Lauren Cuthbertson e Marcelino Sambé

Un balletto commuovente che tocca le corde anche del più cinico dei cuori, portando alle lacrime praticamente tutto il pubblico in sala. Sopraffatti dalla bravura, dalla poeticità, dalla musica e dalla struggente storia è davvero impossibile rimanere impassibili davanti a questo nuovo balletto. Intense e sentite le interpretazioni dei tre ballerini protagonisti, che meriterebbero un riconoscimento così come la coreografa. Menzione d’onore anche per il violoncello solista della serata, Hetty Snell.

The Cellist è una lettera d’amore all’arte. È la storia di una vita vissuta per e con l’arte. Una storia d’amore intenso che non avrà mai fine, neanche con la morte.

Foto: Alastair Muir via Instagram e Profilo ufficiale Facebook ROH

Share:

53 Posts

Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *