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Dopo una parentesi negli anni ’50, i lavori del coreografo premio Oscar Jerome Robbins sono stati lungamente assenti dal palcoscenico del Teatro Costanzi di Roma.

The Concert, In the Night e Glass Pieces sono tornati in scena per volere della Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma – Eleonora Abbagnato – dal 31 gennaio al 5 febbraio 2020.

Susanna Salvi in The Concert

Inserendosi nella scarna tradizione dei balletti comici (prima di lui c’erano La fille mal gardée di Dauberval e La bisbetica domata di Cranko) The Concert è un balletto in cui ogni spettatore può ritrovare una parte di sé, o del vicino odiato.

Attraverso quel meraviglioso gioco di scatole che è il meta-teatro il sipario si alza su un palcoscenico vuoto dove è posizionato solo un maestoso pianoforte a coda. Entra una pianista che, tra scenette buffe come lo spolverare la tastiera con un vistoso fazzoletto bianco e scrocchiarsi le dita, inizia a suonare brani di Chopin.

Dopo alcuni momenti di pura musica iniziano ad entrare i ballerini nelle vesti di uditori. Ciascuno di loro rappresenta un tipo di spettatore che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è stato o ha avuto modo di incontrare a teatro: c’è la giovane bellissima spettatrice totalmente assorta nell’arte da non accorgersi neanche quando le sfilano la sedia da sotto, ci sono le amiche che si mettono a chiacchierare e impiegano un’eternità per scartare rumorosamente delle caramelle (che fastidio quando succede davvero!), c’è chi arriva e occupa il posto altrui scatenando una reazione a catena che necessita l’entrata in azione della maschera (anche qui, che fastidio!), ci sono una moglie snob e oppressiva e un marito farfallone, c’è chi arriva in ritardo (sì, che fastidio!), insomma c’è ogni tipo di spettatore.

Ballerini spettatori in The Concert

Dopo questa prima scena iniziale The Concert si dirama verso altre scene di fantasia che ruotano intorno al mondo della danza, come il divertentissimo pezzo delle ballerine che sbagliano la coreografia (portate in scena come bambole si animano al suono del pianoforte per esibirsi in un balletto che sembra essere la disastrosa versione della Chopiniana – Le Silfidi di Fokine), il machismo sprigionato dalla scena della mazurka militare o la kafkiana scena finale in cui gli spettatori iniziali si trasformano in farfalle e farfalloni rincorsi, sul finale, dalla pianista stessa armata di un gigantesco retino.

Mistake Waltz,in cui le ballerine sembrano non combinarne una giusta!

Nella recita di domenica 2 febbraio Susanna Salvi e Alessio Rezza si sono rispettivamente distinti per il ruolo della ballerina e del marito. Tantissimi applausi anche per la pianista della serata, Enrica Ruggiero.

Il secondo pezzo di Robbins inserito nel programma misto del Teatro dell’Opera per la stagione 2019-2020 è stato In the Night.

In the Night al Teatro dell’Opera di Roma

Lasciatosi nuovamente ispirare dalla musica di Chopin, per questo balletto Robbins crea tre passi a due interpretati da altrettante coppie di danzatori.

Qui non c’è una vera storia, solo la poeticità della musica e della danza che si fondono una nell’altra.

Primo Pas de Deux: Bianchi e Satriano

Il cielo notturno è testimone dell’avvicendarsi del sentimento amoroso di tre coppie: la prima rappresenta la giovinezza e l’impeto con cui si vivono i sentimenti, la seconda una coppia più matura e posata, la terza un’impetuosa coppia che sta affrontando una tormentata crisi. Questi passi a due possono essere letti sia come indipendenti tra loro che come l’evolversi dell’amore all’interno di un’unica coppia, rappresentato in tre momenti diversi della vita.

Secondo Pas de Deux: Salvi e Cocino

Atmosfera notturna, abiti regali, intrecci coreografici perfetti portati in scena da tre coppie d’eccezione: Rebecca Bianchi e Michele Satriano (prima coppia), Susanna Salvi e Claudio Cocino (seconda coppia) ed Eleonora Abbagnato stessa accompagnata per l’occasione da Zachary Catazaro (former Principal Dancer al New York City Ballet, Principal Guest al Bayerisches Staatsballett di Monaco).

Terzo Pas de Deux: Abbagnato e Catazaro

A chiusura del programma Glass Pieces, che aveva riscosso grande successo tra il pubblico romano nella scorsa stagione.

La forma tripartita di questo balletto è accompagnata dalla particolare musica di Philip Glass.

Pas de Deux da Rubric

Nella prima luminosa scena, Rubric, impazzano sul palcoscenico tantissimi ballerini che camminano e si muovono freneticamente da una quinta all’altra, come delle persone in prossimità di una stazione metropolitana all’ora di punta in una grande metropoli. Tra l’apparente caos e indifferenza corale si fanno largo tre coppie che si alternano in passi a due dalle movenze neoclassiche.

Il Corpo di Ballo in Rubric

Alla luminosità e alla frenesia della prima scena si susseguono le atmosfere notturne e quasi ipnotiche del secondo pezzo, Façades, dove l’adagio (sempre di impronta neoclassica) della coppia protagonista è accompagnato, come cullato, da un ripetitivo movimento effettuato da ballerine in ombra e sul fondale.

Ombre da Façades

Il ritmo incalzante e i colori di Akhnaten chiudono Glass Pieces. L’incedere dei tamburi e dei forti gesti maschili contrapposti alla sinuosità dei disegni delle ballerine aumentano in un crescendo martellante ed eccitante che fa esplodere il pubblico in un caloroso applauso quando la coreografia e la musica cessano improvvisamente.

I colori di Akhnaten

Il pubblico in visibilio ha tributato alla serata più di dieci minuti generali di applausi, a riprova di quanto la Compagnia stia crescendo enormemente sotto la guida della Direttrice Eleonora Abbagnato.

Foto: Yasuko Kageyama, dalla pagina ufficiale Fb del Teatro dell’Opera di Roma

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Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

2 thoughts on “Teatro dell’Opera di Roma – Serata Jerome Robbins”

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