Estate romana

L’autunno è arrivato (anche se il clima è ancora un po’ incerto al riguardo) e ha portato con sé il fermento dell’inizio delle nuove stagioni teatrali 2019/2020.

Per chi non fosse avvezzo al mondo dello spettacolo, infatti, le programmazioni teatrali vanno come gli anni accademici e scolastici: da metà settembre (od ottobre per alcuni teatri) a metà giugno, con pausa estiva (alcune compagnie partono con i tour estivi).

Estate, però, non vuol dire assenza di arte. Inoltre la fortuna di abitare a Roma offre un vastissimo ventaglio di offerte. A seguire, un breve riepilogo di tutti gli spettacoli che ho visto durante la stagione estiva.

Ennio Morricone: The Final Concerts

Una vita dedicata alla musica. Creatore di alcune delle colonne sonore più belle, commoventi ed epiche di sempre. Pezzo portante della storia del cinema. Il Maestro Ennio Morricone.

Quest’anno, a 90 anni compiuti, il Maestro ha deciso di appendere la bacchetta al chiodo e ha dato l’addio al pubblico con una serie di concerti che si sono conclusi con la tappa romana alle Terme di Caracalla.

Avevo già avuto il piacere di assistere ad un suo concerto all’Auditorium Parco della Musica (che, per quanto riguarda l’acustica, a mio avviso rimane una delle migliori sale da concerto) ma, come ho saputo che questa sarebbe stata l’ultima occasione di ascoltare la sua musica diretta da lui in persona, sono partita alla caccia al biglietto.

È stata una serata speciale. Ho provato delle emozioni fortissime. Vuoi la sua musica, vuoi un’intera orchestra (e coro) live, vuoi il suggestivo scenario delle Terme di Caracalla al tramonto, vuoi il cielo prima rosato e poi stellato, vuoi il venticello romano e il volo dei gabbiani. Totalmente in balìa della musica, sulle note di Gabriel’s Oboe (da The Mission)sono cominciate a scendere le lacrime ancor prima che potessi rendermene conto. Con Come in cielo così in Terra (sempre da The Mission) la mia anima ha avuto un’esperienza trascendentale, e datemi anche dell’esagerata, ma davvero in quel momento mi sono sentita completa. Diverso registro di emozioni, ma comunque intense, anche con i brani da Il buono, il brutto, il Cattivo, con L’estasi dell’oro come uno degli apici indiscussi della serata.

The Tokyo Ballet

Il 2019 segna il 55˚ anniversario della fondazione della compagnia del Paese del Sol Levante.

Il loro tour estivo oltreoceano ha previsto una tappa anche alle Terme di Caracalla con un programma misto formato dal classicissimo Il regno delle Ombre da La Bayadère, il nuovo pezzo coreografico Tam-Tam et percussion, e il contemporaneo Le Sacre du Printemps.

Eccelsa in tutti e tre i pezzi, la compagnia ha senza dubbio rispleso nei due pezzi meno classici. Le Sacre è un pezzo forte, sentito e carico di simbolismi nel quale i ballerini non si sono risparmiati, ma il vero climax della serata è stato Tam-Tam dove classicismo, tradizione e modernità si sono fusi accompagnati esclusivamente dal suono dei tamburi live.

Opera Camion: Figaro

Opera Camion è senza dubbio uno dei miei appuntamenti preferiti dell’estate romana (insieme con il Bolle & Friends e la stagione al Globe Theatre) al quale cerco di essere sempre presente.

Trovata geniale, frizzante e simpatica che porta – gratuitamente! – l’opera a domicilio nelle piazze romane affondando le radici nella tradizione dei cantori di strada, dei commedianti dell’arte e della lirica. Il pubblico non deve far altro che scegliere la piazza più vicina a casa e portare con sé una sedia.

Fabio Cherstich, ideatore e regista, ha deciso di azzerare le disparità di classe e di portafoglio utilizzando un tir come palcoscenico sul quale si muovono giovani talenti del panorama lirico. I giovani orchestrali, infatti, fanno parte della Youth Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, mentre diversi tra cantanti e tecnici provengono da Fabbrica – Young Artist Program (il programma che dà la possibilità a nuovi talenti italiani e stranieri, già formati presso conservatori e accademie, di inserirsi nel mondo dello spettacolo).

Dopo Mozart e Verdi, quest’anno è stata la volta di Rossini, con una riduzione de Il barbiere di Siviglia. Se ancora non avete mai assistito a uno spettacolo di Opera Camion vi invito caldamente a non farvi sfuggire l’occasione la prossima estate.

Astana Opera: Spartacus

Storia romana made in Russia (da compositore di origine armene) e portata in scena da una compagnia kazaka. La meraviglia del teatro, capace di cancellare discriminazioni di qualsiasi genere.

Come si evince dal titolo il balletto Spartacus narra delle vicende di uno degli schiavi più famosi della storia romana, Spartaco per l’appunto, simbolo della lotta contro l’invasione e le forze oppressive. La versione rappresentata ancora oggi ebbe la Prima al Teatro Bolshoi di Mosca nell’aprile del 1968, ed è composta da 3 atti e 12 scene.

Il balletto eroico è l’apoteosi della scuola russa, con virtuosismi da capogiro e pose plastiche dal sapore circense.

La compagnia dell’Opera di Astana ha dato prova di grande tecnica e dinamismo, soprattutto per quanto riguarda il lato maschile. Come spesso accade, però, trovo i ballerini del panorama russo praticamente perfetti sul versante tecnico, ma alquanto algidi per ciò che riguarda l’interpretazione.

Discorso diverso per la gemma della Compagnia, il Primo ballerino Bakhtiyar Adamzhan (che io ho scoperto durante l’ultimo gala Les Étoiles e di cui mi sono artisticamente innamorata): linee, elevazione che sfida la forza di gravità, potenza, presenza scenica, versatilità e interpretazione.

Fun fact della serata: durante il secondo atto è saltata la corrente in tutto il teatro. Orchestrali (anch’essi dell’Opera di Astana) e ballerini non hanno esitato un istante e hanno continuato a suonare e ballare praticamente al buio per le restanti scene dell’atto. La sola fonte di luce arrivava dalle luci di emergenza dietro le quinte, ma il palco era completamente all’oscuro, con solo il proscenio leggermente in penombra. Immaginate la maestria di non cedere al panico e continuare a saltare, girare, fare passi a due al buio e in un teatro che non si conosce! Il pubblico, totalmente in visibilio e fomentato da tanta carica esplosiva, si è abbandonato in applausi a scena aperta, ovazioni da stadio e standing ovation.

Roberto Bolle and Friends

bolle caracalla

La tappa romana del Bolle & Friends è diventato per me un appuntamento fisso e imperdibile dell’estate.

Con leggerezza ed eleganza Roberto Bolle diffonde la bellezza che l’arte della danza racchiude in sé, girando l’Italia in un tour dal programma eterogeneo e impreziosito dai nomi più brillanti del firmamento ballettistico. Questi spettacoli sono una vera festa della danza, aperta a chiunque abbia voglia di divertirsi e passare una serata in compagnia di arte e bellezza.

Oltre a Mr. Bolle i danzanti amici di quest’anno erano: Bakhtiyar Adamzhan (il 2019 è il suo anno!), Stefania Figliossi, Angelo Greco, Misa Kuranaga, Tatiana Melnik, Maia Makhateli, Daniil Simkin, Elena Vostrotina e Alexandre Riabko.

Oltre all’immancabile Daniil Simkin in Les Bourgeois (se penso a Simkin la prima cosa che mi viene in mente è questa coreografia) e al pas de deux di Misa Kuranaga e Angelo Greco in Soirées Musicales, tre sono i pezzi che più mi hanno emozionato: l’amore intenso narrato in Serenata da Stefania Figliossi e Roberto Bolle, l’incontro tra classicismo e modernità di Waves in cui Roberto Bolle danza tra laser ed effetti grafici, ma soprattutto Opus 100 – für Maurice, toccante coreografia di John Neumeier che racconta del suo profondo legame di amicizia (e stima artistica) con Maurice Béjart. Due ballate di Simon&Garfunkel accompagnano i movimenti di Roberto Bolle e Alexandre Riabko, qui grandi interpreti con una sinergia perfetta. Una coreografia così ineguagliabile, delicata e commovente che ogni volta mi strazia il cuore: è stato il primo balletto con cui ho pianto (e intendo pianto vero, non solo lacrimuccia di commozione).

Globe Theatre: Molto rumore per nulla e Le opere complete di Shakespeare in 90 minuti

Da quando ci ho messo piede per la prima volta, il Globe Theatre di Roma (nel cuore di Villa Borghese) è divenuto un altro luogo del cuore della mia estate romana.

Il ricco cartellone propone spettacoli per tutti i gusti, io quest’anno mi sono concessa due commedie.

Molto rumore per nulla (regia di Loredana Scaramella) è una gioiosa commedia che non manca di nulla: cattivi, intrighi e congiure, scambi di persona, battute pungenti, agognata storia d’amore, lieto fine. Non mancano musica, canti e balli (anche durante l’intervallo lo spettacolo non si ferma e si trasforma in una festa!). Mai cast fu più azzeccato: bravissimi e nel personaggio dal primo all’ultimo, istrionico Carlo Ragone (nel doppio ruolo di Corniolo e Baldassarre), rubacuori Mauro Santopietro (Benedetto), forte e indipendente Barbara Moselli (Beatrice). Uno spettacolo talmente bello che spero torni in cartellone anche l’estate prossima.

Le opere complete di Shakespeare in 90 minuti è la versione italiana di un geniale e divertente spettacolo inglese del 1987. La Bignami Shakespeare Company, formata dal trio Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli e Lorenzo Degl’Innocenti, porta in scena praticamente tutte le opere del drammaturgo inglese in maniera travolgente e parodica. I tre interpreti, in un continuo travestimento e ampio uso degli spazi scenici, dominano il palco come degli attori della Commedia dell’Arte. Il ritmo è frenetico, tanto che si arriva a mettere in scena l’Amleto in meno di un minuto e partendo dalla fine! Dilettevole e d’intrattenimento, capace di mettere d’accordo sia gli amanti che i dispregiatori del Bardo, è uno spettacolo che bisogna concedersi almeno una volta nella vita.

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Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

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