Biglietto ingresso

Con questo cielo grigio e freddo improvviso sembrerebbe che l’estate sia davvero finita (in realtà, sulla carta, la bella stagione va in ferie a settembre, ma questa è un’altra storia). Per quanto riguarda le stagioni teatrali, però, l’autunno è un periodo di grande fermento, dal momento che porta con sé l’inizio delle nuove stagioni teatrali. Prima di ciarlare delle succose novità che ho puntato, ecco un breve riepilogo della mia stagione estiva.

Opera Camion: Rigoletto

Giovane novità dell’estate romana, Opera Camion ha portato per il terzo anno consecutivo nelle piazze della periferia di Roma (e non solo) l’opera a domicilio.

Prendi un camion che si apre e come per magia rivela un caleidoscopico mondo di giovani talenti che hanno fatto della lirica la loro vita. Il pubblico arriva da casa munito di sedie e cuscini; c’è anche chi accompagna la visione con pizza, pasta fredda e birra. La cosa che più scalda il cuore è vedere tanti bambini e giovanissimi tra il pubblico. Con Opera Camion il bel canto viene restituito (gratuitamente) a tutti, azzerando disparità di classe (e di portafoglio).

Quest’estate, dopo due anni di Mozart, è stato portato in scena il Rigoletto di Verdi. I giovani orchestrali fanno parte della Youth Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, mentre diversi tra cantanti e tecnici provengono da Fabbrica – Young Artist Program (il programma che dà la possibilità a nuovi talenti italiani e stranieri, già formati presso conservatori e accademie, di inserirsi nel mondo dello spettacolo).

Vi preannuncio con mesi e mesi di anticipo che Opera Camion tornerà nelle piazze l’estate prossima con la Tosca di Giacomo Puccini.

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: Amadeus Live

Amadeus di Milos Forman è uno dei miei film preferiti in assoluto. L’esperienza con l’orchestra e il coro dal vivo non ha fatto che accrescere la maestosità di questo film. La scena finale della creazione del Requiem, con la partitura dei vari strumenti che vengono aggiunti un po’ alla volta per infine suonare tutti insieme, è un momento quasi mistico.

L’esperienza di guardare un film con la musica live è da provare almeno una volta nella vita; tenete d’occhio la stagione di Santa Cecilia all’Auditorium Parco della Musica perché già a gennaio hanno trasmesso/suonato Fantasia  della Disney (ve ne ho parlato QUI), mentre un paio di settimane fa, per continuare le celebrazioni del centenario della nascita di Bernstein, orchestra e cantanti hanno accompagnato la visione di West Side Story.

Roberto Bolle & Friends

Altro appuntamento per me imperdibile dell’estate: veder ballare dal vivo Mr. Bolle e i suoi danzanti amici nel suggestivo scenario delle Terme di Caracalla.

Questi Gala di danza sono un’occasione unica che permettono non solo a un più ampio pubblico di avvicinarsi al mondo del balletto (per via di un programma variegato che combina pezzi della tradizione classica a nuove creazioni contemporanee), ma anche di regalare l’occasione di poter vedere ballare dal vivo artisti di fama internazionale che calcano le scene dei più importanti palcoscenici del mondo. Vi elenco gli artisti presenti a Caracalla quest’estate giusto per farvi rendere conto di cosa stiamo parlando: Timofej Andrijashenko e Nicoletta Manni, Principal dancers del Teatro alla Scala di Milano; Taras Domitro e Maria Eichwald, Principal Guest Artists; Osiel Gouneo, Principal dancer del Bayerisches Staatsballet di Monaco; Angelo Greco e Maria Kochetkova, Principal dancers del San Francisco Ballet; Sebastian Kloborg, International Guest Artist; Misa Kuranaga, Principal dancer del Boston Ballet e Tatiana Melnik, Principal dancer dell’Hungarian National Ballet di Budapest.

Pezzo forte della serata sicuramente la coreografia Dorian Gray firmata da Massimiliano Volpini e interpretata da Roberto Bolle, accompagnato dal vivo dal violino di Alessandro Quarta. Il moderno Dorian Gray è ossessionato dalle foto, dai selfies e dai video che registra col suo cellulare. Coreografia suggestiva interpretata in maniera eccelsa dal divino Bolle.

Proprio oggi hanno aperto le prevendite per le date del prossimo anno (9 e 10 luglio 2019), poi non dite che non vi avevo avvisati!

Teatro dell’Opera di Roma: Romeo e Giulietta, coreografia di Giuliano Peparini

Quest’estate il Teatro dell’Opera di Roma ha debuttato alle Terme di Caracalla con una prima mondiale: il nuovo allestimento del balletto Romeo e Giulietta (su musica sublime di Sergej Prokof’ev) con la regia e la coreografia di Giuliano Peparini.

Sarò breve a riguardo: scene innovative e interessanti; costumi belli e altri alquanto discutibili; luci e proiezioni bellissime. Bravi i Primi Ballerini del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma: Susanna Salvi e Claudio Cocino nei ruoli degli innamorati e Alessio Rezza in quello di Mercuzio. Le scelte coreografiche di Peparini, però, continuano a non convincermi. Sorvolando sulla scelta di risuddividere i 3 atti canonici del balletto in due (andando ad accorpare più scene, anticipandone alcune e tagliandone altre) e sul rimaneggiamento della scena finale (no spoiler, ma aggiungo solo che Shakespeare non si tocca!), il suo voler per forza inserire danzatori di hip hop e breakers in ogni coreografia alla lunga stanca, col risultato di diventare ripetitivo. Interessante il dividere le due fazioni delle famiglie tra ballerini classici e di hip hop, ma anche questa una scelta non poi così innovativa. Ho inoltre trovato scarse e poco significative le coreografie dei ballerini classici, relegati quasi a un ruolo marginale. La cosa mi ha un po’ infastidita perché se vado a vedere un balletto classico al Teatro dell’Opera mi aspetto come minimo di vederli ballare davvero, e datemi pure della conservatrice. Nel complesso la creazione coreografica mi è sembrata più adatta come cornice di un musical piuttosto che come balletto in sé per sé. Insomma Peparini, come dicono gli inglesi “it’s not my cup of tea”.

Globe Theatre Roma: Otello

Per molti romani estate equivale alla visione di almeno uno degli spettacoli in cartellone al Globe Theatre di Roma. Recentemente, parlando con delle amiche delle visioni di spettacoli passati ai quali ho assistito, mi sono ritrovata ad osservare che, ahimè, quasi ogni spettacolo che ho visto fino ad oggi ha avuto qualche pecca. L’Otello firmato dalla regia di Marco Carniti è una macchina ben oliata. Lo Iago portato in scena da Gianluigi Fogacci tiene con maestria le fila dello spettacolo. Geniale la scelta di far costruire a proprio piacimento lo spazio scenico allo stesso Iago, in modo da sottolineare quanto egli plasmi e modelli le situazioni e le persone a seconda delle sue trame diaboliche. Tiene la scena anche Maria Chiara Centorami nei panni di Desdemona. Totalmente fuori luogo, invece, l’Otello di Maurizio Donadoni. Il suo è un Otello stanco e affaticato, che sembra quasi sparire accanto a Iago e agli altri personaggi. Assolutamente bocciata la sua impostazione a metà strada tra Fantozzi e il Gabibbo. Ed eccovi qua (anche questa volta!) l’immancabile pecca che ha fatto sì che lo spettacolo risultasse non al suo massimo.

Teatro dell’Opera di Roma: La bella addormentata

La stagione 2017/2018 del Teatro dell’Opera di Roma si è conclusa in grandezza con il balletto La bella addormentata coreografato da Jean-Guillaume Bart. Ospiti di eccezione negli spettacoli del 15 e 16 settembre Marianela Nuñez e Vladislav Lantratov, rispettivamente Principal dancer del Royal Ballet di Londra e del Bol’soj di Mosca.

La versione di Bart apporta diverse innovazioni rispetto alla tradizione coreografica di Petipa: tutti danzano molto, rispettando però il filo narrativo della storia. Quindi non solo meri virtuosismi dei due protagonisti, ma Carabosse presente sin dal prologo con le punte ai piedi così come la Fata dei Lillà, vero fil rouge della storia. Ampliato anche il ruolo del principe, al quale viene dato un maggiore spessore psicologico, e dell’intero corpo di ballo.

Da favola le scene e i costumi firmati da Aldo Buti. Iconica la musica di Cajkovskij diretta da Nicolas Brochot. Bravo a Marianna Suriano e Susanna Salvi nei ruoli della Fata dei Lillà e della Pietra preziosa. Eccelso Lantratov con le sue linee e la sua leggerezza, un perfetto principe.

Di un altro pianeta Marianela Nuñez. Sebbene io l’abbia già vista ballare dal vivo un paio di volte (grazie ai Gala di danza a cura di Daniele Cipriani; ve ne ho parlato QUI), questa è stata la prima volta in cui ho avuto la fortuna di vederla danzare un intero balletto. La sua presenza scenica è indescrivibile. La sua tecnica è al servizio della sua espressività. L’elevazione dei salti, la leggerezza, la musicalità. Credo di non aver mai visto fare dei renverse in quel modo. Ogni volta che entrava in scena accadeva la magia. E il pubblico, che non ha la fortuna di assistere a tutta questa meraviglia ogni giorno, non si è trattenuto dall’applaudire ed esprimere la propria gioia ogni volta che Nela entrava in scena. Un’esperienza magnifica; una serata che custodirò gelosamente tra i miei ricordi più cari. Un grazie al Teatro dell’Opera di Roma che, da diversi anni ormai, ci vizia sempre più con la presenza di tali grandi Artisti. Vi consiglio di dare un’occhiata alla stagione di quest’anno!

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Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

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