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Il 2020 non poteva iniziare nel migliore dei modi se non con Roberto Bolle e il suo programma dedicato alla danza in prima serata su Rai1.

Per il terzo anno consecutivo, infatti, Danza con me ci ha fatto compagnia nel primo giorno dell’anno, regalandoci momenti di grande arte e bellezza.

Il programma – vincitore nel 2018 del premio internazionale Rose d’Or come miglior programma d’intrattenimento a livello europeo – è stato visto da 4 milioni e 400mila spettatori, registrando il 21.7% di share e confermandosi il programma più visto della serata, a riprova che l’arte e la cultura sono per tutti (e che se al pubblico viene data possibilità di scelta, sceglierà un programma di alta cultura).

Spaziando tra danza, bel canto, musica, cinema, storia e cultura, Roberto Bolle e i suoi altisonanti ospiti hanno confezionato un’edizione che, se possibile, supera in bellezza le precedenti.

La fresca ed ironica conduzione di Geppi Cucciari ha dato voce ai pensieri più profondi insiti in ciascuno di noi; piacevole anche la co-conduzione di Giampiero Morelli.

Presenti brani del repertorio classico (L’histoire de Manon e La Bayadère) e nuove coreografie dal gusto neoclassico, passando per simpaticissimi sketch come il Testa – Spalla dove, omaggiando con autoironia Don Lurio, Geppi Cucciari e Roberto Bolle si lanciano in una nuova versione riveduta e corretta dedicata agli “acciacchi” che affliggono buona parte degli spettatori (e dei presenti).

Alcuni apici della serata:

  • Con te partirò: I “B-B-B”, come li ha chiamati la Cucciari, ossia Bolle, Bocelli e Bollani uniscono danza, bel canto e pianoforte in un’unica esibizione. Bolle è accompagnato nel passo a due da Nicoletta Manni, Prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano.
  • Sinatra Suite: Roberto Bolle e Anna Tsygankova (Prima ballerina del Dutch National Ballet di Amsterdam) danzano tre passi a due del balletto Sinatra, che debuttò a Washington nel 1983 con Mikhail Baryshnikov ed Elaine Kudo su musiche del crooner più famoso di sempre.
  • LXIV: ossia il momento che tutte le ballerine nerd stavano aspettando da una vita. Alberto Angela racconta di storia e di storia del balletto introducendo la coreografia di Marco Pelle in cui Bolle, accompagnato dai ballerini del Teatro alla Scala (Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Mattia Semperboni e Gioacchino Starace), interpreta il Re Sole riproponendo il balletto danzato a corte dal re stesso, ossia Le Ballet de La Nuit.
  • L’altro Casanova: il libertino per antonomasia è qui rappresentato da una donna, una figura moderna che vive la seduzione e il sesso in maniera libera. Virna Toppi, Prima ballerina della Scala di Milano e del Bayerisches Staatsballet di Monaco, balla con Roberto Bolle.

Toccanti anche i due momenti dedicati al cinema:

  • Il grande dittatore: sullo struggente e attuale Discorso all’Umanità tratto da Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin e interpretato per la serata da Luca Zingaretti, Roberto Bolle ripresenta la Danza con il mappamondo (altro momento clou del film).
  • La strada – Pas de deux Gelsomina e Matto: questo passo a due è tratto dal balletto La Strada, balletto in un unico atto di Mario Pistoni su musiche di Nino Rota e liberamente ispirato dall’omonimo film di Federico Fellini. Senza dubbio uno dei momenti più belli della serata: un pezzo struggente, malinconico e delicato al tempo stesso, con una commovente interpretazione di Silvia Azzoni (Prima ballerina dell’Hamburg Ballet) accompagnata da Roberto Bolle.

Non sono poi mancati momenti dedicati all’attualità. Sempre a passo di danza, in un linguaggio universale che unisce tutti, Roberto Bolle ha voluto dimostrare che l’arte della danza classica può veicolare ed essere testimone di temi e importanti messaggi dell’oggi.

  • Presentato dalle dure ma veritiere parole di Marracash, ne Lo specchio Bolle danza con se stesso in una coreografia (di Renato Zanella) che è un grido all’importanza di continuare a restare umani. Spogliandosi dell’indifferenza, l’uomo riscopre la necessità (e la bellezza) della compassione.
  • Plastic Sea: proposta a fine serata, la coreografia di Massimiliano Volpini è un passo a due tra l’uomo (Roberto Bolle) e la plastica scandito da un conto alla rovescia che ha come termine il 2030, punto di non ritorno per il nostro pianeta.

A conclusione della serata un discorso di Roberto Bolle sull’importanza dei sogni e sull’impegno e la dedizione perenne che bisogna metterci affinché questi si realizzino, augurio e stimolo perfetti per l’inizio del nuovo anno. A lui, étoile di fama internazionale osannato da critica e pubblico in ogni teatro, va tributato il merito di combattere in prima fila pregiudizi e ignoranza, infrangendo barriere di classe e portafoglio portando sempre con grande classe e umiltà arte e conoscenza a chiunque sia curioso abbastanza e abbia fame di sapere.

Foto: Pagina ufficiale IG dell’artista

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Entusiasta dell'arte in tutte le sue forme. Vado spesso a teatro e poi ve lo racconto.

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